Per la realizzazione di tutta la documentazione si è proceduto utilizzando una serie di tecniche e metodologie investigative diverse (modelli) allo scopo precipuo di sperimentare la loro rispettiva integrazione e per sfruttarne al meglio la complementarietà dei risultati.
In particolare sono state utilizzate tecniche di micro-fotogrammetria (Structure of Motion) per una migliore definizione cromatica delle superfici e un migliore dettaglio fotografico. Per ognuno dei pavimenti sono stati scattati circa 2000 fotogrammi.
NOTA TECNICA: Il rilievo del complesso presentava alcune problematiche logistiche legate principalmente alle strutture dedicate alla fruizione del sito; oltre a questo è stato necessario approntare un dispositivo che tenesse conto di alcuni fattori quali:
- il mantenimento della stessa distanza e della perpendicolarità tra fotocamera e superficie da rilevare,
- la scarsa illuminazione degli ambienti,
- l’uniformità cromatica delle singole foto,
- la risoluzione idonea per visualizzare in dettaglio le singole tessere dei mosaici,
- la velocità di esecuzione degli scatti
- e la trasportabilità dell’attrezzatura.
A tal proposito prima della missione sono stati effettuati alcuni test presso la sede dell’Istituto con l’ausilio di un supporto utilizzato generalmente per il sostegno di luci da studio (traliccio americano), una reflex digitale Canon Eos 5d Mark II e diverse ottiche (14 mm – 28 mm – 50 mm) per valutare quali tra queste rappresentasse un giusto compromesso tra risoluzione, distorsione dell’immagine e area di ripresa, utilizzando per tutte e tre le ottiche il più possibile lo stesso metodo di ripresa con una scala dei diaframmi compresa tra f/9 ed f/11.
Per ogni obbiettivo sono state scattate una serie di fotografie della medesima area campione su cui sono state poste delle mire sia per rendere metrico il rilievo sia per i successivi controlli della bontà geometrica degli elaborati.
Come già scritto, uno degli scopi di questa sperimentazione era verificare la praticità di utilizzo e trasporto della struttura di sostegno. Per risolvere questo problema successivamente è stato ideato e realizzato un supporto utilizzando un treppiede fotografico, una palina topografica telescopica e due staffe di alluminio agganciate direttamente alla palina mediante supporti removibili.
In questa configurazione il dispositivo ideato risulta essere decisamente più pratico del traliccio utilizzato per i test. Questa attrezzatura ha permesso di mantenere stabilmente la fotocamera a una altezza prefissata, perpendicolare alla pavimentazione e, data la lunghezza variabile della palina, è stato possibile effettuare le fotografie anche nelle zone meno accessibili. La stabilità di questo strumento è stata determinante per gli scatti eseguiti a bassi iso e tempi di scatto più lunghi, viste le condizioni di luce non proprio ideali, in maniera da ottenere dettaglio e risoluzione massimi.
R. Gabrielli, Pasquale Galatà, Andrea Zavagnini